Entrare in ospedale per una cosa bella come il parto e rimanerci per quasi tre mesi a seguito di un’infezione alla cicatrice del taglio cesareo deve essere un’esperienza drammatica, soprattutto se si rischia addirittura la vita.
La storia di Sarah
È la drammatica storia di Sarah Humphrey che dopo 5 figli avuti con parto naturale ne ha dato alla luce un altro con un cesareo che si è rivelato quasi fatale.
Il Mirror riporta le sue parole:
Ero spaventata, perché non avevo mai avuto un’operazione prima. Le mie precedenti gravidanze erano normali, dirette e facili. Tuttavia, mia figlia è uscita coperta di sangue e ha sorriso.
Tutto bene insomma finché ha iniziato a sentire uno strano odore provenire dalla cicatrice, che ha paragonato a “carne in putrefazione”. E in effetti era una cosa del genere. La povera Sarah era stata colpita da fascite necrotizzante, nota anche come “malattia mangiacarne”. In pratica una grave infezione causata da un batterio che si diffonde nei tessuti molli e che se non curata subito provoca in breve tempo la morte. Come riporta il sito MyPersonalTrainer infatti:
Dopo 2-4 giorni, la fascite necrotizzante provoca EDEMA, ERITEMA DIFFUSO, LESIONI BOLLOSE emorragiche. La cute, prima arrossata, assume una cromia grigiastra, sinonimo di necrosi. I tessuti cutanei risultano rigidi e tesi al tatto, mentre i fasci muscolari non sono più palpabili. Giunti a questo stadio, molti pazienti non percepiscono più il dolore, dal momento che la fascite necrotizzante sta distruggendo i nervi.

La cura
Sarah è stata curata e per fortuna si è ripresa, e racconta:
Quando mi sono svegliata dalla prima operazione c’era un lungo tubo che usciva dalla mia pancia, risucchiando tutta la carne infetta in una macchina.

In totale, dopo 10 settimane circa e due operazioni a settimana, alla donna sono stati tolti diversi kg di carne infetta. Che cosa orribile.
GIPHY App Key not set. Please check settings