Tanti paesi sono interessati dal fenomeno dell’abbandono; spesso infatti, troppo piccoli o lontani dalle grandi città, non offrono sbocchi lavorativi e per questo soprattutto i giovani si trasferiscono altrove.
Sovente chiamati paesi fantasma, alcuni diventano lande desolate dove non c’è più anima viva, altri resistono e cercano in ogni modo di ripopolare il posto. Qualcuno lo ha fatto con delle bambole a grandezza naturale. Sorpresi?
Il paese delle bambole
Parliamo di Nagoro, un piccolo villaggio a circa 500 km da Tokyo che si era talmente spopolato da risultare tristissimo ai pochissimi rimasti; questo ha dato un’idea pazzesca ad un’ artista del luogo, tal Tsukimi Ayano che ha pensato di riportare i residenti fuggiti sotto forma di bambole. Tutte a grandezza naturale, fatte di legno e paglia, rivestite anche con abiti antichi.
Pare che l’idea le sia venuta mentre lavorava in giardino, quando ha deciso di realizzare la prima bambola a somiglianza di suo padre, alla quale sono seguite quelle con le sembianze degli altri membri della famiglia. Da allora non si è mai fermata e in ogni angolo del villaggio sono spuntate varie figure intente a compiere tutte le azioni quotidiane che una volta svolgevano gli abitanti, ridotti oggi a una trentina.
E così ecco che dove una volta c’era una scuola troviamo una classe di bambole sedute ai banchi a seguire le lezione, e altre bambole alla fermata del bus, davanti alle porte, dietro ai vetri delle finestre.
Meta turistica
Quello che potrebbe sembrare inquietante o triste in realtà, a detta di chi ha visitato il luogo, trasmette solo aria di pace. Nel frattempo infatti Nagoro è diventata meta turistica; le bambole, visibili anche con Google Street View sono arrivate quasi a 500 e impiegano praticamente tutto il tempo libero di Ayano, che organizza anche corsi per crearne una tutta nostra.
La donna infatti deve rimpiazzare spesso quelle all’esterno che si usurano, e ha avuto modo di dire che la parte più complicata è la bocca, che dà espressione al viso.
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